La prima finale della Coppa dei Campioni a Roma, giocata 40 anni fa, il 25 maggio 1977, ha un significato storico speciale, soprattutto nella Capitale, al di là del risultato della partita, vinta dal Liverpool per 3-1 sui tedeschi del Borussia Mönchengladbach. Quel giorno un gruppo di ragazzini romanisti si mescolò tra i tifosi del Liverpool per “imparare” a fare gli ultras, “rubando” con gli occhi e le orecchie riti, coreografie e cori dei tifosi della mitica Kop.
Lo sguardo di quei giovani tifosi giallorossi era rivolto soprattutto alle gradinate, piuttosto che alle imprese di Keegan e Case da una parte e Simonsen e Heynkes dall’altra. Tra loro c’erano Antonio Bongi eStefano Malfatti, anime del Cucs (Commando Ultrà Curva Sud), gruppo storico nel tifo della Roma, nato pochi mesi prima, il 9 gennaio 1977: «All’epoca avevo 19 anni – ci racconta in esclusiva Antonio Bongi – sono sempre stato un appassionato di calcio e di tifo inglese, sono facilitato dall’essere bilingue perché mia mamma è americana. Già allora ero in grado di tradurre e capire i cori. I tifosi della Kop erano dei maestri, il Commando era appena nato e il fatto che il Liverpool venisse a Roma era un’occasione troppo grande per non andare a vederli da vicino».
N CURVA NORD TRA I REDS
Il ricordo di Bongi è ancora nitido, nonostante siano trascorsi 40 anni: «Arrivammo molto presto allo Stadio Olimpico e andammo in Curva Nord tra i tifosi del Liverpool. Erano tantissimi, una marea rossa. Saranno stati in 25 mila, compresi quelli presenti in tribuna. All’inizio qualcuno di loro ci guardò in cagnesco, poi, parlando in inglese, ho spiegato chi eravamo e ci hanno accolto volentieri. Alla fine uno di loro mi regalò una sciarpa, che all’epoca era qualcosa di incredibile».
Quel 25 maggio, allo Stadio Olimpico, c’erano anche i tifosi della Lazio: «Andarono in Curva Sud, tra i tifosi del Borussia, perché pensavano fossero di destra – racconta Bongi – invece si trovarono in mezzo a tedeschi capelloni, in buona parte di sinistra, e non nacque nessun gemellaggio».
IL CORO PER DI BARTOLOMEI È NATO QUELLA SERA
I gol di McDermott, Simonsen, Smith e Neal erano quasi dettagli secondari perché Bongi, fondatore nel 1972 del gruppo dei Boys («quelli ancora senza politica», sottolinea), era attratto soprattutto dalle novità dei tifo del Liverpool, come la “sciarpata”: «Avevano un modo di muovere le sciarpe, tutti insieme, a cui noi non eravamo ancora abituati. E poi cantavano “When the saints go marching in” modificato in “When the Reds go marching in” anche perché i “Saints”, nel calcio inglese, sono sempre stati quelli del Southampton».
Da un coro dedicato al ruvido terzino sinistro del Liverpool Joey Jones, idolo di Anfield Road, nacque «Oh Agostino, Ago, Ago, Ago, Agostino gol» per Di Bartolomei, capitano di lungo corso della Roma: «Si è sempre scritto che quel coro fosse originariamente dedicato a Keegan, anche perché una volta, rispondendo frettolosamente, l’ho raccontato io in un’intervista. Invece, ricordandomi meglio, quel coro, “oh Joey, Joey”, veniva intonato quando Jones andava a battere i calci di punizione. Noi lo riprendemmo: il coro per Agostino Di Bartolomei è nato quella sera». E anche «When the Reds go marching in» venne adottato dagli ultras romanisti e mutato in «E vai Roberto facci un gol», dedicato al bomber giallorosso Roberto Pruzzo.
IL SOSTEGNO PER 90 MINUTI E “YOU’LL NEVER WALK ALONE”
Altra novità, per il tifo italiano, era che gli inglesi sostenevano la squadra per gran parte dei 90 minuti del match: «Rimanemmo sbalorditi, cantavano tutti ubriachi perché all’epoca c’era la vendita libera di alcol negli stadi. In quegli anni era concesso un po’ tutto…». E poi c’era la magia dell’inno del Liverpool: «Anche quella sera cantarono“You’ll never walk alone”. Fu stupendo, da brividi. Il testo di quella canzone è bellissimo».
Insomma, quel 25 maggio 1977 Antonio Bongi e i suoi amici ammirarono più il tifo degli inglesi che la finale di Coppa dei Campioni: «Io sono un malato di calcio – le parole di Bongi – mi piace vederlo giocare, ma quel giorno, effettivamente, abbiamo guardato più le gradinate che il campo di gioco».
GLI INCIDENTI DELL’84, QUANDO LA ROMA PERSE LA FINALE CON IL LIVERPOOL
Il filo sottile legato 40 anni fa tra Roma e Liverpool porta inevitabilmente alla serata del 30 maggio 1984, quando i giallorossi persero ai rigori, in casa, la finale di Coppa dei Campioni proprio contro i “Reds”:«Eravamo convinti di vincere quella coppa – conclude Bongi – prima della partita mi portarono in Campidoglio dal sindaco Vetere per un incontro con gli inglesi e ci scambiammo le maglie. Poi andai nell’albergo del Liverpool, sulla via Aurelia vicino San Pietro, dove vidi tutti i giocatori da vicino. Erano rilassati, bevevano birra il giorno prima della finale, mentre nella Roma c’era una tensione tremenda. Poi, nel giorno del match, ci furono seri incidenti tra tifosi (tre inglesi furono accoltellati, n.d.r.), dalle parti di Ponte Milvio, ma a me non è mai interessata la violenza. Quella sera ero soltanto tremendamente deluso». Il Commando Ultrà Curva Sud era adulto e non era più tempo di apprendistato: gli ultras duri e puri del 1977 forse, stavano già gradualmente scomparendo.